Ispra, rapporto sul clima nel 2016: siccità ed eventi estremi con piogge record

12 july 2017
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Da un lato la persistenza di siccità, con temperature medie annuali sempre sopra la media, dall'altro eventi estremi con piogge record. Il nuovo Rapporto Ispra “Gli indicatori del clima in Italia” illustra l’andamento climatico nazionale nel corso del 2016 e aggiorna la stima delle variazioni negli ultimi decenni.

Per quanto riguarda le precipitazioni non sono mancati eventi di forte intensità, anche prolungati, come quelli che hanno colpito la Liguria e il Piemonte nella terza decade di novembre e hanno determinato valori di intensità di pioggia molto elevati. I massimi sono stati registrati dalla stazione di Fiorino (GE, 236 m s.l.m.) della rete regionale della Liguria, in occasione dell’evento estremo del 22 novembre 2016: 583 mm di precipitazione cumulata giornaliera e 100.8 mm di precipitazione cumulata in un’ora.

Per il resto dell'anno, all'estremo opposto, si è registrata la persistenza di condizioni siccitose, parzialmente alleviate dalle piogge primaverili. La seconda parte del 2016 è stata caratterizzata da periodi prolungati di carenza o addirittura assenza di piogge su diverse aree del territorio nazionale, che a fine anno hanno riportato le risorse idriche generalmente su livelli molto bassi. In generale le precipitazioni annuali sono state complessivamente inferiori alla media climatologica del 6% circa. Il valore più elevato del numero di giorni asciutti, cioè con precipitazione inferiore o uguale a 1 mm, è stato registrato a Capo Bellavista (NU) con 334 giorni, seguito da Catania Fontanarossa e Siracusa con 333 giorni. Per le regioni nord-orientali, la Lombardia, le Marche e diverse aree del Centro, del Sud e delle Isole, tutto il mese di dicembre è stato praticamente asciutto. Le località di Castellari (SV) con 125 giorni e Capo Bellavista (NU) con 114 giorni consecutivi di mancanza di pioggia hanno avuto l’indice più alto di siccità (numero massimo di giorni asciutti consecutivi) nel 2016. Il carattere prevalentemente secco del 2016 è confermato dal valore medio nazionale di umidità relativa, che con un’anomalia media di -2,4% rappresenta il quarto valore più basso dal 1961.

Dopo il record di temperature toccato nel 2015, il 2016 è stato un anno meno bollente, ma comunque risulta il sesto più caldo per l’Italia almeno dal 1961. La temperatura media annuale rimane più alta di +1.35°C rispetto al trentennio di riferimento 1961-1990. L’aumento registrato in Italia è di poco superiore ai valori climatici globali del pianeta. La media annuale mondiale si attesta sui +1.31 °C, segnando un nuovo record nel 2016 per il terzo anno consecutivo. In Italia la stagione invernale 2016 è stata quella con anomalia termica più marcata, con un valore annuo medio di +2.15°C. Tutti i mesi del 2016 sono stati più caldi della norma: in particolare dicembre al Nord (+2.76°C), febbraio al Centro (+3.02°C) e aprile al Sud e sulle Isole (+2.99°C). Come per gli anni precedenti, anche per il 2016 l’anomalia della temperatura media annuale è dovuta leggermente di più alle temperature massime che alle temperature minime. Per quanto riguarda i mesi invernali le temperature sono state piuttosto miti e sia all’inizio che alla fine dell’anno, come negli anni precedenti, la quota neve è stata generalmente più alta rispetto alla media di lungo periodo.

Nonostante le anomalie termiche medie siano state intense e positive su molte regioni, non si sono verificate nel 2016 ondate di calore particolarmente intense e
durature. Considerando l’indice rappresentativo delle onde di calore (Warm Spell Duration Index), il 2016 si colloca solo al 19° posto della serie dal 1961, inferiore a quello dei 5 anni precedenti.

Con un’anomalia media di +0.99°C rispetto al periodo di riferimento 1961-1990, il 2016 si colloca al 4° posto della serie, dopo il 2015, il 2012 e il 2014, per la temperatura superficiale dei mari. Come per la temperatura dell’aria, i mesi invernali e aprile hanno avuto un peso importante nel determinare il valore dell’anomalia media annuale.

Giunto alla sua dodicesima edizione, il Rapporto si basa in gran parte su dati, statistiche, indici e indicatori climatici derivati dalle osservazioni di circa 1100 stazioni di monitoraggio meteo climatico, ed elaborati attraverso il Sistema SCIA (Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati Climatologici di Interesse Ambientale), realizzato dall’ISPRA in collaborazione con gli organismi titolari delle principali reti osservative presenti sul territorio nazionale.

Fonti:
Ispra