La Conferenza Finale del progetto Life RainBO, svoltasi a Bologna nelle giornate conclusive del Green Social Festival (https://greensocialfestival.it/), ha rappresentato un importante momento di incontro dei partner con il pubblico degli stakeholder per presentare i risultati del progetto, inserendoli nel contesto più ampio del cambiamento climatico e delle nuove sfide che le città sono chiamate ad affrontare per aumentare la resilienza dei centri urbani agli eventi sempre più frequenti di pioggia intensa.
Ad aprire la giornata Franco Cima - project manager di Lepida ScpA, capofila del progetto – che ha manifestato un grande entusiasmo per questa partnership che si è nel tempo evoluta oltre gli obiettivi da cui si era partiti e ha sottolineato che il progetto RainBO è servito a fare cose molto utili e molto concrete per le amministrazioni comunali, dal supporto alla pianificazione alla gestione delle allerte. Secondo Franco Cima, anche la partecipazione è andata oltre le aspettative, considerando il forte coinvolgimento degli enti locali e dei cittadini, che poi sono il target finale del progetto, oltre a una fervida attività di networking con altri progetti sul tema dell’adattamento al cambiamento climatico.
I dettagli scientifici sul clima sono stati presentati da Alessio Bellucci del Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, il quale ha riportato i dati sulle evidenze del cambiamento, su come potrebbe evolvere e quali strategie per il futuro dovrebbero essere sviluppate al fine di contenere l’aumento di temperatura al di sotto di 1.5 °C, evitando così che gli impatti sui sistemi siano potenzialmente irreversibili. Bellucci ha ricordato che i dati osservati corrispondono allo scenario in cui è stata considerata anche la componente antropica e che dalla Cop21 sono emerse le Reasons For Concern (RFC - motivi di preoccupazione) che richiamano i governi ad assumersi la responsabilità di attuare politiche di mitigazione e adattamento.
L’intervento di Carlo Cacciamani del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile si è focalizzato sull'improrogabile necessità, in questo clima mutato, di lavorare sulla riduzione del rischio. “Abbiamo sperimentato noi stessi che la frequenza e l’intensità degli eventi estremi è aumentata". Tra agosto e settembre del 2018 ci sono stati 3 eventi intensi che hanno causato in totale 42 vittime in Italia tra le Gole del Raganello (CS), i temporali e i venti eccezionali nel Nord Italia e i due morti ad Assemini (CA). Per limitare gli impatti delle alluvioni, tema di cui si occupa il progetto RainBO, è necessario rafforzare la resilienza con misure strutturali, come le opere idrauliche, ma anche misure soft come i sistemi di allertamento e il monitoraggio degli eventi. In un’atmosfera più calda e quindi più instabile – ha sottolineato Cacciamani – si svilupperanno più facilmente precipitazioni rapide e intense e di conseguenza aumenteranno le condizioni di rischio in particolare per le flash flood. RainBO si presenta come un progetto capace di costruire resilienza, attraverso il supporto alla valutazione e mitigazione del rischio per le amministrazioni che devono gestire gli eventi ma anche l’informazione ai cittadini.
In questo panorama di progetti sull’adattamento al cambiamento climatico anche Life IRIS e Life PRIMES, coinvolti nell’attività di networking e invitati a presentare i risultati durante la mattinata di conferenza.
Gianluca Mazzini, direttore generale del lead partner Lepida ScpA, ha espresso la sua soddisfazione per questo progetto che ha permesso di raccogliere dati e sensori da soggetti diversi (protezione civile, infrastrutture ecc.) e ha reso i dati disponibili a tutti quelli che devono lavorarci. I dati devono essere necessariamente gratuiti, ma non bisogna dimenticare che oltre al valore tecnico hanno un valore legale. Obiettivo fondamentale di RainBO è stato costruire un network stabile tra i partner e con gli stakeholder per dare benefici al territorio. Secondo Mazzini, “Smart è usare dati del territorio in modo che quello che si sta costruendo funzioni bene” e tenga conto delle esigenze dei gestori, ma soprattutto dei cittadini.
La giornata è proseguita con la presentazione della piattaforma di progetto, illustrata da Stefania Nanni di Lepida ScpA, che ha mostrato le funzionalità di questo sistema innovativo: offline per la pianificazione e online per dare supporto all’amministrazione comunale nella gestione dell'evento quando si verifica.
Stefania Nanni ha raccontato il grande lavoro svolto nel progetto per l’omogenizzazione dei dati territoriali da inserire nella piattaforma e per l’integrazione e visualizzazione di sensori (convenzionali e microwaves link) che hanno contribuito alla creazione dell’infrastruttura di monitoraggio.
Si è parlato anche delle mappe di vulnerabilità per la predisposizione dei piani, dei modelli di simulazione idrologica su piccoli e medi bacini e dei casi test del progetto, il torrente Ravone e il fiume Parma, nonché del sistema di early warning per le piene che si attiva al superamento delle soglie idrometriche critiche e raggiunge i soggetti da allertare inseriti nelle rubriche. Citata anche la App di crowdsourcing, che consente la segnalazione del tempo in atto e degli impatti degli eventi intensi e dialoga con la piattaforma per la raccolta dei dati.
Il sistema è attualmente in fase di sperimentazione in 7 Comuni dell’Emilia-Romagna che hanno riconosciuto nella piattaforma uno strumento utile nella gestione del rischio di alluvione sul loro territorio. In futuro sarà possibile espandere la valutazione della vulnerabilità sviluppando moduli che permettano la gestione di altri rischi, come ad esempio l’industriale e il sismico.
L’Unione dei Comuni Reno, Lavino e Samoggia, che ha adottato la piattaforma in questa fase di test, ha raccontato la propria esperienza e ribadito che questi possono essere strumenti importanti per la gestione delle flash flood dei piccoli fiumi.
In chiusura della mattinata, Chiara Caranti del Comune di Bologna, partner di progetto e area test, ha ribadito l’importanza della prevenzione del rischio come punto fondamentale contemplato anche nella legge regionale urbanistica e ha confermato l’interesse da parte dei Comuni verso strumenti di gestione del rischio come la piattaforma di RainBO.
La necessità di far fronte comune ai nuovi scenari che si vanno determinando con i cambiamenti climatici nei territori dove sono presenti specifiche vulnerabilità e rischi conseguenti, unitamente alla consapevolezza o – per meglio dire – la convinzione che si sia andati nella giusta direzione attraverso percorsi condivisi in cui tecnologia e resilienza camminino perseguendo gli stessi obiettivi, tutto ciò apre una nuova fase di bilancio sul già fatto e un deciso rilancio in prospettiva sui possibili futuri sviluppi di idee e metodi.
Il video del progetto RainBO, presentato in apertura della conferenza, racconta azioni e risultati raggiunti in questo importante percorso.