Ogni anno, da qui alla fine di questo secolo, le calamità legate ai cambiamenti climatici potrebbero interessare i due terzi della popolazione europea. Ciò potrebbe far aumentare di 50 volte i decessi rispetto a quelli che si registrano oggi, a meno che non si prendano adeguate contromisure. Lo rivela un nuovo studio del Joint Research Centre, il servizio scientifico interno della Commissione Europea
Lo studio, appena pubblicato nella rivista Lancet Planetary Health, combina informazioni sulle calamità documentate con proiezioni di pericolo e demografia fino al 2100. Le calamità legate alle condizioni atmosferiche considerate sono quelle con i maggiori impatti - ondate di calore e di freddo, incendi, siccità, alluvioni, esondazioni e tempeste di vento.
Senza un'inversione di tendenza, le temperature crescenti e i cambiamenti climatici potrebbero esporre ogni anno circa 350 milioni di europei ad eventi meteo estremi. Questo sostanziale aumento del rischio per i pericoli legati al clima è dovuto principalmente a un aumento della frequenza delle ondate di calore. Altri fattori sono la crescita della popolazione e l'urbanizzazione.
Lo studio conclude che l'Europa meridionale sarà la zona più colpita e che gli eventi estremi climatici potrebbero diventare il maggior rischio ambientale per le persone che vi abitano, causando morti più precoci rispetto a quanto avviene a causa dell'inquinamento atmosferico.
Le recenti ondate di calore con temperature record che si sono verificate in Spagna sono un esempio delle possibili condizioni meteorologiche future, dato che eventi di questa intensità potrebbero verificarsi ogni anno da qui alla fine del secolo, avvertono gli autori dello studio.
Le variazioni di tempo, luogo, intensità e frequenza di questi rischi dovuti al riscaldamento globale sono state valutate in uno scenario di emissioni di gas a effetto serra, usando modelli climatici e biofisici. Le dinamiche demografiche a lungo termine sono state considerate utilizzando una piattaforma di modellazione territoriale per rappresentare l'evoluzione dell'esposizione umana a questi fenomeni. La vulnerabilità umana agli eventi meteo estremi è stata analizzata sulla base di più di 2300 record raccolti dai database delle catastrofi avvenute tra il 1981 e il 2010 (sotto uno scenario di non adattamento climatico).
Questo studio contribuisce al dibattito in corso circa il bisogno di arrestare i cambiamenti climatici e adattarsi alle sue inevitabili conseguenze, come sottolineato dall'accordo di Parigi concordato sulla base della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. I risultati evidenziano le conseguenze dei cambiamenti climatici sulle società presenti in diverse regioni d'Europa.